Alessandra in viaggio: cosa ho messo nello zaino

In un precedente articolo vi ho parlato del mio amore per il viaggio e di come io abbia vissuto questa estate 2020 in una doppia dimensione, viaggiando in Italia e condividendo sui social ricordi ed esperienze dei miei viaggi internazionali.
È quindi nata #AlessandraInViaggio, un modo per vivere tutti insieme sui social emozioni dai cinque continenti. Sono stati bellissimi i commenti ed i messaggi che ho ricevuto, perché hanno amplificato i miei ricordi.
Ho quindi pensato di raggruppare questi ricordi in questo articolo, come sempre apprezzo un vostro commento!

#AlessandraInViaggio in Cambogia

Uno dei viaggi più intensi per me, lo volevo fortemente da anni ma avevo paura? Di cosa? Ci ho pensato spesso a cosa mi frenasse: la delusione.

La passione per la Cambogia nasce da lontano, da quando ho scoperto che la maggior parte dei quadri che ho dipinto somiglia al Ta Prohm, il complesso templare dove si vedono le radici di tek che si insinuano nei mattoni. WOW!

Ho quindi studiato tutto della Cambogia, dalla storia ai siti archeologici, avevo letto i libri dei viaggiatori, ascoltato i racconti dei miei amici che erano andati.
E se poi tutte queste aspettative andassero deluse?
Ci siamo, parto.
Ma come non leggi nulla, la guida?”
Mi viene chiesto. Le avevo già lette tutte e non volevo farmi condizionare.
Ho messo nella valigia la meraviglia di una bambina piccola e l’ansia di una donna cintura nera terzo dan di elucubrazioni mentali.

Cosa ho imparato lì?
Più che imparare ho avuto le prove tangibili della libertà di scelta.
Possiamo sempre scegliere se essere quelli che commettono un genocidio o quelli che costruiscono Angkor Wat.
Luogo meraviglioso, magico, potente. Per poco non svengo quando da una fievole luce di inizio alba, il sole ha infuocato la porta principale. E ti senti piccola e immensa contemporaneamente.

E nello zaino ho messo questo: siamo più spaventati da quello che ci piace, che desideriamo realmente, che dall’ignoto.

 

#AlessandraInViaggio in India

In viaggio non cerco risposte e non cerco me stessa, io sono sempre li. In viaggio raccolto quello che trovo.
Faccio outing, sono la persona meno paziente che conosca, se ho un’idea in testa la devo mettere “a terra” subito.
Che c’entra questo con l’India???
L’india è il luogo al mondo dove la mia mancanza di pazienza è stata più sfidata.
E anche la mia capacità di problem solving.

Tutto quello che hai prenotato dall’Italia, anche se si tratta di un hotel a 5 stelle, potrebbe riservare sorprese.
Da subito.
Quando si aprono le porte scorrevoli dell’aeroporto, ti arriva subito l’odore dell’India, un misto di incenso, gomma bruciata, spezie, urina e gelsomino.
E subito dopo arriva il rumore, di motorini e tuk tuk, venditori ambulanti all’assalto.
E poi arrivano i colori. Intensi, intensissimi. Il rosso è più rosso in India, anche il blu.

E tu, che sei ancora sulla soglia dell’aeroporto, per un attimo vieni preso dalla voglia di tornare indietro. Di scappare da tutta quella roba lì.
L’India è un vortice, di emozioni, di storia, di culture, di gente, di paure, di gioia, di bambini.
L’India è uno stato mentale.

Nello zaino: prepara sempre tutto, e preparati all’essere impreparato.

#AlessandraInViaggio in Giappone

È il luogo degli estremi. E tutto è in armonia.
Estrema tradizione estremo digital. Ci vuole un attimo per saltare secoli di storia, ci vuole un…semaforo. E così ti trovi da una maestosamente sobria dimora imperiale al rischio di essere investita da uno vestito da pikachu.
Dalla torre di Kyoto si vede la città nuova e a città vecchia.
Bianco e nero possono convivere, gentilezza e forza.
Mi sento a casa qui, mi sento normale.
Puoi girare da sola in santa pace senza sentire la minima sensazione di pericolo, anche di notte, anche nel quartiere della Yakuza.

Una cosa mi metterà sempre in imbarazzo del Giappone, quando si scusano per una cosa piccola piccola, come un minuto di ritardo del treno. Sono di Roma, abbiate pazienza. 😊
Sumi masen, scusa. Non so come si scriva.

Nello zaino ho messo la capacità di guardare le persone interamente, a guardarmi interamente. Wabi Sabi, la perfezione è l’imperfezione.

 

#AlessandraInViaggio in Thailandia

Tu sei quella che dovrebbe curare gli altri?” mi chiedono spesso.
Io non curo proprio nessuno, cerco risorse e le alleno”, questo è quello che rispondo.

In Thailandia ho adottato un elefante. Perché?
Qui esistono cliniche per gli elefanti che li salvano dal turismo becero, ma hanno bisogno di aiuto. E poi mi sono innamorata di quell’esserone dolce.
Questo viaggio me lo sono goduto tanto, ne avevo bisogno. Ho scelto come periodo quello a cavallo del Songkran, il Capodanno buddista.
Sono andata da sola, a valle di un periodo turbolento durato due anni.
Avevo bisogno dei miei spazi e tempi, di stare con me. La solitudine, quella sana, quella voluta, è un’ottima compagna di viaggio, aiuta a mettere in ordine le idee, le priorità.
A metabolizzare con la giusta lentezza quello che è successo. A dargli un nome, un senso.
E poi non sono mai sola, in valigia metto sempre dei libri. Ottimi compagni di viaggio anche loro.

Nello zaino ho messo la solitudine come strumento per essere migliori con le persone.

 

#AlessandraInViaggio in Birmania

Qui ho respirato talmente tanta bellezza che mi sembrava di avere più anima.
Qui salta per aria il concetto di straniero e di strano. E ti senti a casa in ogni casa.
Qui ti rendi conto di quanto noi occidentali siamo più presi dalla forma che dalla sostanza.
Avrei tanto da raccontare della Birmania, ma mi rendo conto che basta poco per amarla.

Ho imparato ad esempio che in Birmania è tutto oro quello che luccica e che si mangiano i cavoli a merenda. Ho approfondito la meditazione Vipassana, che è alla base della Mindfulness che insegno e che utilizzo con le persone e nelle aziende.
Prima della tecnica c’è la sincerità della ricerca e la voglia di fare, di cambiare.
La tecnica da sola serve a far vedere quanto si è “bravi”, ma non serve a stare bene.
In Birmania si può apprendere questa pratica anche da un bambino, che sarà felicissimo di meditare con te, è così strano vedere una con gli “occhi a palla” che medita che …tutto il villaggio vorrà meditare con te.

Nello zaino ho messo che Qui è qui. Non lo so dire meglio.